Che la settimana passata sia stata all’insegna delle semine e dei trapianti l’ho scritto già. Tra l’altro, la luna era “quella giusta”, il tempo mite, la terra asciutta ma non troppo. Insomma, una settimana da passare in orto, se solo ne avessi avuto modo…
Poi ci sono le bimbe, il lavoro e tante altre cose e a conti fatti nell’orto ci passi a pezzi e bocconi, in tira e molla da pochi minuti, della serie “mentre Sveva fa i compiti, Siria è a scuola e Vera dorme vado a trapiantar carducci”. Però devi andarci, ché se alcune cose non le fai quando è il momento giusto poi non le fai più proprio, ché l’orto un po’ ti aspetta ma mica tanto.
Proprio come i carducci di mio padre, che la settimana scorsa ha tolto dalle sue piante di carciofo (che in parte erano i carducci a loro volta presi qui a Villacolle lo scorso anno) e che bisognava mettere a dimora il prima possibile. Dovevo solo decidere la suddetta dimora, che per me era indiscutibilmente il vigneto (tra una vite e l’altra), e metterci un po’ di pazienza.
E così quaranta (carciofo più, carciofo meno) piante di carciofo hanno trovato posto in due giorni (grazie anche all’aiuto di Sveva che è rimasta in casa a fare i compiti mentre Vera dormiva, buttando un orecchio per gli eventuali risvegli) nei due filari più lunghi della nostra vigna.
Il risultato per me è stato senza dubbio soddisfacente (già averlo fatto è stata una soddisfazione). Speriamo ora che i carducci attecchiscano bene, e che Roberto non mi faccia fuori qualche piantina quando taglia l’erba nella vigna. Come al solito, confido nella fortuna del principiante e nel fatto che la pianta del carciofo sia una pianta “cocciuta” e resistente. E intanto sogno di raccogliere carciofi il prossimo anno. Speriamo che si avveri 🙂