L’aspettavano le nostre montagne, che iniziavano a sentirsi un po’ fuori moda senza quel bel cappellino bianco invernale.
L’aspettavo io, che sin da quando ero piccola mi ha sempre fatto festa, e la prima mi fa tornare sempre un po’ bambina. Poi tocca spalare, prendere la legna, il camino che con l’aria di neve fa fumo, e la seconda già fa un po’ meno festa…
L’aspettava Vera, che essendo nata in estate non l’aveva ancora mai vista, e si chiedeva di cosa parlassero le sorelle quando hanno visto i primi fiocchi ed hanno iniziato a strillarlo ai quattro venti.
La aspettavano soprattutto loro, che ieri quando sono rientrate a casa non se la aspettavano, visto che giù in paese non ce n’era quasi per niente. E invece qui a Villacolle quei dieci centimetri (che oggi sono una quarantina, visto che di nevicare non è mai smesso) se li sono spazzati in lungo e in largo.
La aspettava il mio orto invernale, ché era proprio ora di cogliere la prima verza ma aspettavo il primo freddo forte, che il gelo fa tanto bene ai cavoli, dicono.
Fortuna che il mattino, previdente, almeno le carote le avevo comprate, immaginando le mie sotto una spessa coltre di neve, in fondo all’orto e al calduccio.
Per fortuna Sveva aveva pochi compiti, e così se la sono goduta appieno, raccogliendola per tutto il giardino con un vaso grande (io ero in casa con Vera, la mancanza di mezzi aguzza l’ingegno) per racimolare una buona dose e creare il primo pupazzo.
Mai viste facce più soddisfatte? 🙂
2 comments
10 e lode a questo post. Nella top five dei miei preferiti da quando è cominciata l’avventura a Villacolle! 🙂
La neve vince sempre su tutto! 🙂