Son passati ormai quasi quattro mesi da quando ho iniziato un nuovo percorso con il Circolo Fotografico Erregibi. Ne avevo parlato qui a fine ottobre, con l’inizio del Corso Base di Fotografia.
Nel frattempo, il Corso Base di Fotografia è finito, abbiamo esposto le foto dei nostri luoghi del cuore alla Mole Vanvitelliana di Ancona, e il nostro percorso in compagnia prosegue.
Nel frattempo, tecnicamente parlando, rapa ero e rapa rimango. Se dovessi fare un paragone con la scuola, direi bene “L’alunna ha studiato, ma non si applica”. Sarà il tempo tiranno, o il fatto che i miei soggetti (principalmente le bimbe) siano sempre in perenne movimento, sarà che di tecnica proprio mi ostino a far finta di non capire nulla, fatto sta che non faccio progressi (e si vede).
Intanto abbiamo iniziato un secondo percorso con i nostri compagni di fotografia. Un corso completamente diverso, che ci porta a scoprire il mondo dei racconti fotografici, guidandoci verso la costruzione di un primo, piccolo portfolio.
Per la seconda lezione, ci siamo messi un po’ in gioco, ognuno portando alcune foto singole o qualche prima prova di racconto. Bello vedere come dopo quattro mesi ognuno di noi era già in grado di riconoscere dalla foto quale fosse l’autore, almeno nel 90% dei casi. Bello anche sentire le riflessioni comuni o quelle del nostro insegnante, che ci ha letteralmente aperto un mondo.
Ecco il primo tentativo di racconto fotografico che ho costruito io, fatto con foto che avevo già pubblicato nel corso dell’anno, che voleva raccontare la nostra emozione nel fare il vino per la prima volta, con tutta la gioia che la terra, la cura della vigna e la vendemmia ci hanno dato. Racconto riuscito, mi hanno detto, ma ovviamente il commento del nostro insegnante è stato “Come direbbe l’accademia dei puristi della fotografia, un racconto bello è sempre fatto di 5 foto “brutte”, tecnicamente parlando” 🙂 Niente che non sapessi già, insomma…
L’ironia della sorte in tutto questo? Roberto ha da poco travasato il nostro vino, ovviamente aspettando la congiunzione astrale di venti/lune/temperature. Per scoprire che abbiamo in cantina ben 42 litri di ottimo aceto (tutto bio, eh, garantisco).
Insomma, non c’è che dire, ci toccherà proprio applicarci di più con la tecnica! 🙂
4 comments
Sicuramente anche io non capisco nulla di fotografia…….a mio giudizio sono molto belle…….a parte quelle delle bambine, non possono venire che belle con dei soggetti così, ma quella di Roberto tra l’uva è….splendida.
Sono sicuramente emozionanti, quella di Roberto a me sta a cuore in particolare perché l’ho scattata il giorno della vendemmia, un giorno festoso per noi e per le bimbe, senza ombra di dubbio! 🙂
A me sembrano molto belle e spontanee. ma io rifuggo un po’ dalle foto molto preparate e molto impostate… e trovo inutile rimuovere le ombre, sembra tutto finto. Ci piaci perché sei vera, insomma 🙂 Comunque io voto per l’aceto, un buon aceto rosso vale ben qualche bottiglia di vino, dai 🙂
Ma infatti il giudizio globale sul portfolio/racconto (ovvero sulle emozioni che le foto trasmettono) è stato molto positivo. Era però giusta l’osservazione, se prendi le foto una per una non ce n’è una tecnicamente potresti definire ben riuscita.Il problema è che a me piacciono anche così 🙂
L’aceto purtroppo è bianco, viti rosse non ne abbiamo, solo due che hanno prodotto niente lo scorso anno e che sostitiuremo con uva da tavola (sempre che si riesca a recintare ché percarità a me i cinghiali stanno anche simpatici, ma l’uva italia, il pizzutello e il moscatello me li vorrei mangiare anche io). Però (magia del baratto) 5 litri ci hanno già fruttato 5 litri di vino bianco, e prevedo che ne scambieremo ben di più, anche perché con 40 litri di aceto… aivoglia a condire insalate (o fare sottaceti, ma insomma, son sempre 40 litri) 😀