Siria a piedi nudi anche il primo dicembre, perché non c’è cosa più bella che scoprire i piedi al sole caldo delle 11, sul ciglio dell’orto, mentre si osservano i lavori in corso nella capanna (e perché è cocciuta quanto basta per non sentire ragione e mettersi i calzini).
La mini-carriola delle bimbe sempre pronta e discretamente interrata, perché i lavori fuori casa e nell’orto non finiscono mai, e bisogna approfittare dei pochi giorni di sole che questo autunno piovoso (tra poco inverno) ci regala.
Ancora qualche coccinella nascosta qua e là nell’orto. E’ sempre un piacere scovarne di nuove e dare loro il benvenuto. Non ricordavo di averne viste per un periodo così lungo gli anni scorsi, chissà che non sia di buon auspicio!
Il sorriso dei suoi occhi per una nuova amicizia pelosa, anche se abbiamo sperimentato che non sarà semplice farla convivere con Zorba (il nostro gatto di casa) quando lo porteremo quassù con noi definitivamente. Per il momento, si godono le rispettive fusa fino ad addormentarsi insieme.
I bicchierini vintage che zia Rita ha scovato a Roma in un mercatino, che ci ha portato in dono per Villacolle e che abbiamo inaugurato con il “maraschino” ottenuto dai noccioli delle nostre visciole, bevuto insieme ai nostri più cari amici.
Tutti piccoli dettagli che rendono i nostri week end quassù speciali, che ci fanno sentire quasi in vacanza a casa nostra. Una sensazione difficile da descrivere ma che allo stesso tempo vorrei condividere con quelli che ci leggono (e ogni tanto qualcuno mi incrocia e scopro un nuovo “lettore”) e soprattutto con quelli che ci passano a trovare, sia virtualmente che fisicamente. Niente di meglio di una visita e quattro chiacchiere davanti ad un bicchiere di maraschino per condividere e gustare certi dettagli! 🙂
7 comments
E’ tutto bellissimo! I bicchierini assomigliano tantissimo a quelli che ho ereditato da mia nonna…
I bicchieri sono uno dei regali più belli (e pensati per me) che potessi ricevere! Vintage al punto giusto e perfetti per un assaggino di vino dolce o liquore! 🙂
che meraviglia leggere questi racconti .. mi ricordano quando ero bambina e l’we si andava nella casa in cui i nonni erano custodi, in messo alla pineta con il mare a due passi .. si faceva il pane si facevano i dolci si andava a raccogliere pigne per tirare fuori i pinoli e farci il “cattò” .. è una grandissima e meravigliosa fortuna!
Quanto vorrei Antonella che tra qualche anno anche le mie figlie dicessero a qualcuno la stessa cosa!
Zorba… questo nome, mi piace assai! 😉
😉 peccato che (come avrei sperato) il nome non rispecchi quello del personaggio di Sepulveda! Il nostro gatto è moooolto meno affettuoso e coccolone dello Zorba della fiaba (sapessi come è andato il primo incontro con la micetta sopra… un incubo!!!) ma d’altra parte… mica possiamo avere tutto?!
[…] l’aspettavo, che lo scorso fine settimana sarebbe stato l’ultimo di lavori fuori casa per un po’, ma speravo che il tempo mi […]