(prima)
Desiderare un orto tutto tuo significa aver bisogno di riavvicinarsi alla terra, voler riprendere in mano una parte della propria vita (l’alimentazione in particolare) che da tempo chiedeva di uscire a gran voce. Riprendere in mano un terreno lasciato incolto da anni una sfida che ne richiede una dose supplementare di pazienza.,da aggiungere a quella che si pensava già (dicono che l’orto sia un gran esercizio di pazienza: niente di più vero).
(durante)
Progettare un orto, anche (e soprattutto, direi) quando hai letto di tutto e di più in merito (tra consociazioni, rotazioni, periodi di semina, trapianti) e quando, sopra ad ogni cosa, spesso i libri dicono tutto il contrario di quello che ti dicono il babbo/il suocero/lo zio, richiede di analizzare le proprie abitudini alimentari, schemi alla mano, per rendersi conto meglio di cosa si mangia e di cosa sarebbe auspicabile mangiare. Quando progetti l’orto, anche dopo che l’hai progettato, ti chiedi sempre non potevi farlo in qualche altro modo. Poi viene il duro lavoro (e non so quale dei due sia più duro).
(dopo)
Sorprendersi dei primi risultati e raccogliere la prima rucola e gli spinaci ti ripaga di fatiche e pensieri. Vedere quanto è cambiato il nostro orto tra prima e dopo mi fa rendere conto del tempo che ci ho speso, delle fatiche e anche di quanto lavoro ci ha messo del suo l’orto stesso, che inizia a prendere forma in vista dell’estate.